Le spese condominiali sono obbligatorie e devono essere pagate dal proprietario dell’immobile. Secondo il Codice Civile, queste spese coprono tutti i servizi e possono essere sia ordinarie, cioè fisse e costanti, sia straordinarie, quando sono necessari interventi particolari. Nel caso in cui l’immobile venga affittato, è l’inquilino a doverle pagare, a meno che non sia diversamente specificato nel contratto.
Le spese condominiali non possono essere evitate, nemmeno quando ci sono lavori straordinari da sostenere. Se un proprietario non paga le spese, l’amministratore dell’edificio deve avviare una procedura esecutiva per recuperare i soldi dovuti. Questa procedura prevede l’invio di una comunicazione di messa in mora, la richiesta di pagamento entro una data specifica e, in caso di mancato pagamento, il ricorso al tribunale. Solitamente, è concesso un periodo di 40 giorni per effettuare il pagamento, altrimenti si procede con misure più drastiche.
Per recuperare le spese condominiali, ci sono diverse opzioni, come il pignoramento dei beni, il pignoramento presso terzi e il pignoramento dell’immobile stesso. È importante sottolineare che la mancata corresponsione delle spese condominiali può portare alla perdita dell’immobile.
Nel caso in cui sia l’affittuario a non pagare, di solito si chiede al proprietario di saldare la quota. Tuttavia, il proprietario ha la possibilità di procedere legalmente contro l’affittuario moroso o di decidere di non farlo. Le spese condominiali prescrivono dopo 5 anni, mentre gli oneri condominiali straordinari prescrivono dopo 10 anni.
Infine, ci sono alcune eccezioni in cui non è necessario pagare le spese condominiali. Questo avviene quando la delibera può essere annullata entro 30 giorni dall’ordinanza, quando le tabelle massimali sono errate o quando ci sono innovazioni voluttuarie non necessarie, che consentono di rinunciare alla partecipazione alle spese.